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“L’artista cerca di portare proprio allo scoperto quello che già siamo, prima di sapere di esserlo. Cervello, coraggio, cuore sono in ognuno di noi, senza distinzione. Bisogna solo imparare ad usarli”

Sara Zamperlin prosegue con il progetto sulle fiabe, questa volta dedicandosi a Il Mago di Oz di Lyman Frank Baum. Per portare la fiaba dentro la realtà e la realtà dentro la fiaba, per l’artista è necessario l’incontro con le persone, il loro ascolto. E’ un incontro di corpo e di menti che si affidano l’uno all’altro. Uno pronto a donarsi, l’altro ad accoglierlo. Un incontro che fa scaturire qualcosa che Sara stessa non conosce. Solo in questo modo infatti si definisce l’idea, che farà da fil rouge di tutto il suo progetto, caratterizzato da ricerca e approfondimento, fondamentali per giungere, nella fase conclusiva, alla realizzazione concreta della sua opera pittorica.
In ogni progetto Sara Zamperlin si scopre, si vede, si rinnova. Si sente cambiata, per il continuo mettersi in gioco che questo tipo di percorso richiede.
In questo senso l’arte aiuta a liberarci, mettendoci a nudo. Davanti a noi stessi, poi davanti agli altri. E’ questo gesto di spoliazione il primo passo da affrontare. Con il recente progetto su Il Mago di Oz l’artista cerca di portare proprio allo scoperto quello che già siamo, prima di sapere di esserlo. Cervello, coraggio, cuore sono in ognuno di noi, senza distinzione. Bisogna solo imparare ad usarli. E c’è chi è indotto a farlo costretto da alcuni eventi della vita, come i traumi. Quelli che i suoi soggetti ritratti hanno vissuto.
Il lungo percorso di ricerca dell’artista parte dunque dalla scelta del soggetto, attraverso un annuncio. Ne segue l’intervista, vis a vis, e la fotografia, per catturare l’espressione in un’immagine che poi sarà riportata sulla tela.
Saranno le pennellate di Sara Zamperlin  a liberare l’anima della persona-personaggio, resa umanamente imperfetta grazie all’eliminazione dei contorni, al ricorso delle colature, fino a fare diventare il soggetto un tutt’uno con lo sfondo, in cui sembra abbandonarsi come in un abbraccio.
Con il progetto su Il Mago di Oz l’intenzione dell’artista è quella di portare proprio allo scoperto quello che già siamo, prima di sapere di esserlo. Cervello, coraggio, cuore sono in ognuno di noi, senza distinzione. Bisogna solo imparare ad usarli. E c’è chi è indotto a farlo costretto da alcuni eventi della vita, come i traumi. Quelli che i soggetti, che Sara ha scelto, hanno vissuto in prima persona. Sarà proprio il fatto di trovarsi di fronte a se stessi, riconoscersi nelle pennellate dell’artista, un passaggio fondamentale verso la liberazione del proprio io.

(Giovanna Tondini)